Benvenuti in una nuova guida firmata dalla redazione di ElaMedia, una Web Agency di Esperti SEO a Roma con più di 15 anni di attività nel campo della realizzazione di siti web e del copywriting.
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Dopo avervi parlato di Squarespace e di linguaggio HTML, oggi vi proponiamo un nuovo approfondimento.
Prima di entrare nel merito con questa guida su come proteggersi dall’hotlinking, è bene spiegare brevemente di cosa si tratta. L’hotlinking è un fenomeno prevalentemente legato alle immagini che si usano nel web e alla loro provenienza e utilizzo. L’hotlinking si verifica quando qualcuno utilizza e carica sul proprio sito web un’immagine ospitata sul server di un altro sito, ovvero senza effettuare un download e un nuovo upload, ma linkando direttamente alla URL dell’immagine. Questo fa sì che la banda utilizzata per l’invio dell’immagine è collegata al server di un altro portale web e non al proprio (vedi l'approfondimento su Siteground).
Un webmaster, nella fase di realizzazione dei siti web su cui lavora, cosi come i suoi collaboratori preposti alla creazione di contenuti per il web e al caricamento delle immagini e dei contenuti multimediali, devono prestare attenzione al rischio di questa pratica che a lungo è stata usata dagli spammer “istigando” i Motori di ricerca ad attribuire “credibilità” e la “paternità” di alcune immagini di proprietà a siti che ne facevano uso impropriamente penalizzando indirettamente i siti di fonte originale o proprietari delle immagini.
Cosa accade quando si applica l’hotlinkig
Immaginiamo che il proprio sito abbia delle belle immagini originali e di proprietà che generano molto traffico e che sono apprezzate dagli utenti e utilizzate in altre pagine web. Nel tempo, poi, ci si accorge durante l’analisi del traffico sul sito, che il traffico è crollato e che le immagini sono utilizzate su altre pagine web che registrano performance migliori. Cosa è accaduto? Il sito “B” che ha utilizzato l’immagine del proprio sito senza scaricarla e ricaricarla sul proprio server, ma usando l’URL originale dell’immagine del sito A di partenza, genera un loop per cui spesso il sito B si posiziona nelle SERP Immagini meglio del Sito A.
I motori di ricerca hanno imparato a riconoscere questa pratica cominciando ad assegnare all’immagine la fonte corretta.
Bisogna chiarire che spesso l’hotlinking non è fatto in mala fede, soprattutto quando si utilizzano o condividono immagini Creative Commons. Ma diventa un problema e una necessità proteggersi dall’hotlinking quando si usano immagini coperte da copyright senza averne l’autorizzazione per usarle.
E anche quando non è illegale, l’hotlinking sulle immagini crea quanto meno un problema morale ed etico perché anche se non si sta “rubando” un’immagine, si sta comunque utilizzando la banda di un altro server in modo poco corretto senza neanche citare la fonte di provenienza.
Spesso l’hotlinking è anche “dannoso” per il sito che riproduce le immagini perché non avendo il controllo della fonte dell’immagine, il sito di origine può cambiare in futuro l’immagine o chiudere il sito o andare in crash e così – a catena – anche sul sito o i siti che riportano quella immagine tramite URL non sarà più visibile quel contenuto grafico.
Esiste una query da poter mettere nella barra di ricerca di Google Immagini per trovare quali immagini sono state hotlinkate e trafugate dal proprio sito; occorre digitare: inurl:nomedeltuosito.com – site:nomedeltuosito.com. La query chiede a Google di cercare e mostrare le immagini presenti sul dominio indicato con il nome della tua url (inurl) e quelle ospitate su un altro sito ma con lo stesso dominio (-site).
Se sei interessato ad approfondire l'argomento abbiamo preparato per te un articolo che spiega nel dettaglio quali plugin usare con woocommerce.
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Se questi articoli catturano il tuo interesse ti invitiamo a consultare anche gli approfondimenti dedicati ai CMS online (vedi quello che illustra come accedere a WIX).
Come proteggersi dall’hotlink, dunque?
Per proteggere il proprio sito dall’hotlinking basta aggiungere un comando – in backoffice - all’interno del proprio file .htaccess che si trova nella root del proprio web server. Se si utilizzano server Apache o Nginx si possono bloccare tutti gli hotlinks o solo quelli di specifici domini.
Ecco due esempi di script da aggiungere nell’HTAccess per proteggersi dall’hotlinking.
- Blocco degli hotlink da tutti i referrals:
RewriteEngine onRewriteCond %{HTTP_REFERER} !^$RewriteCond %{HTTP_REFERER} !^http(s)?://(www\.)?evemilano.com [NC]RewriteRule \.(jpg|jpeg|png|gif)$ - [NC,F,L]
- Blocco degli hotlinks solo per alcuni referrals:
RewriteEngine OnRewriteCond %{REQUEST_FILENAME} -fRewriteCond %{REQUEST_URI} !/images/alternative-image.jpg$RewriteRule \.(jpg|gif|png)$ - [NC,C]RewriteCond %{HTTP_REFERER} bilderr\.com [NC,OR]RewriteCond %{HTTP_REFERER} pictures-images\.com [NC,OR]RewriteCond %{HTTP_REFERER} freeimages-de\.bloggum\.com [NC,OR]RewriteCond %{HTTP_REFERER} zaggla\.com [NC]RewriteRule . /images/alternative-image.jpg [T=image/jpg,L]L’ultima stringa ( RewriteRule . /images/alternative-image.jpg [T=image/jpg,L]
) è una funzione che imposta una immagine sostitutiva che compare sul sito di chi utilizza l’url dell’immagine al posto di quella originale.
Se sei interessato al mondo dello sviluppo web ti consigliamo di leggere il nostro approfondimento su come fare un redirect con il file .htaccess. Se avessi bisogno di lavorare con il protocollo FTP ti consigliamo di leggere la nostra guida su come usare Filezilla.
Come faccio ad accorgermi se sono vittima di Hotlink?
Riconoscere se si è vittime di hotlinking, ovvero se altri siti web stanno utilizzando risorse (immagini, video, file CSS, JavaScript) direttamente dal proprio server, può essere fatto attraverso vari metodi. Ecco alcuni approcci per identificare questa pratica:
1. Analisi dei Log del Server
Controllare i log del server web è uno dei metodi più diretti per rilevare l'hotlinking. Nei log sono registrate tutte le richieste fatte al server, inclusi i riferimenti alle risorse richieste da siti esterni. Cercando nel log le richieste di file statici (come immagini o video), puoi vedere l'URL di provenienza (referrer) delle richieste. Se noti che molte richieste per le tue risorse provengono da domini esterni, è probabile che tu sia vittima di hotlinking.
2. Strumenti Online e Plugin
Esistono strumenti online e plugin per CMS (come Wordpress) che possono aiutarti a identificare l'hotlinking. Questi strumenti scansionano il web alla ricerca di link alle tue risorse da altri siti. Alcuni servizi di monitoraggio del traffico web, come Google Analytics, possono anche essere configurati per rilevare i referrer, aiutandoti a identificare fonti sospette di traffico.
3. Ricerche Google per Immagini
Se sospetti che specifiche immagini siano utilizzate senza autorizzazione, puoi utilizzare la ricerca per immagini di Google. Caricando l'immagine in questione o inserendo l'URL diretto dell'immagine nel motore di ricerca di Google Immagini, puoi trovare pagine web che la stanno utilizzando. Questo metodo funziona meglio per immagini uniche o facilmente identificabili come proprietarie.
4. Monitoraggio del Traffico e della Larghezza di Banda
Un improvviso aumento del traffico o dell'utilizzo della larghezza di banda senza una spiegazione logica può essere un indicatore di hotlinking. Monitorare le statistiche del proprio sito web per anomalie può aiutare a identificare un uso insolito delle risorse che potrebbe essere attribuito all'hotlinking.
5. Controllo Manuale
Se hai motivo di sospettare che un sito specifico stia utilizzando i tuoi contenuti tramite hotlinking, puoi visitare direttamente il sito e ispezionare il codice della pagina (cliccando con il tasto destro sulla pagina e selezionando "Visualizza sorgente pagina" o simili). Cerca riferimenti diretti (URL completi) alle risorse ospitate sul tuo server.
Prevenzione e Azione
Una volta identificato l'hotlinking, ci sono vari passaggi che puoi intraprendere per bloccarlo, come modificare il file .htaccess
sul tuo server (se stai usando Apache) per impedire il caricamento delle tue risorse da domini esterni, o contattare direttamente i proprietari dei siti che stanno abusando delle tue risorse e chiedere loro di rimuovere i link. Implementare misure preventive e monitorare regolarmente l'utilizzo delle risorse può aiutare a minimizzare l'impacto dell'hotlinking sul tuo sito web.
La sezione Back Link Toxic di Semrush
SemRush è uno strumento popolare di SEO e marketing digitale che offre una vasta gamma di funzionalità per aiutare i webmaster e i professionisti del marketing a migliorare la visibilità e le performance dei loro siti web. Tra le sue numerose funzioni, SemRush include una sezione dedicata all'analisi dei backlink tossici, nota come "Backlink Audit" o "Toxic Backlink Checker".
Cosa Sono i Backlink Tossici?
Prima di descrivere la funzionalità, è importante capire cosa sono i backlink tossici. I backlink, o link in entrata, sono link che puntano al tuo sito web da altri siti. Mentre i backlink di alta qualità possono migliorare il posizionamento del tuo sito sui motori di ricerca, i backlink tossici (ovvero link provenienti da siti spam, non affidabili o di bassa qualità) possono avere l'effetto opposto, danneggiando la tua SEO e potenzialmente portando a penalizzazioni da parte di Google.
Funzionalità della Sezione Backlink Tossici di SemRush
La sezione "Backlink Audit" di SemRush aiuta gli utenti a identificare e gestire i backlink tossici che potrebbero influenzare negativamente il ranking del loro sito. Ecco alcune delle principali caratteristiche e funzionalità offerte:
Analisi dei Backlink
SemRush esegue una scansione completa dei backlink che puntano al tuo sito, raccogliendo dati da diverse fonti. Questo ti permette di avere una visione completa del profilo di link del tuo sito.
Identificazione dei Link Tossici
Utilizzando un Algoritmo proprietario, SemRush valuta ogni backlink in base a vari fattori di rischio, come la presenza di Parole chiave spam, il layout del sito sorgente, e la qualità del dominio. I link vengono poi classificati per livello di tossicità, aiutandoti a identificare quelli potenzialmente dannosi.
Gestione e Rimozione dei Link Tossici
Una volta identificati i backlink tossici, SemRush offre strumenti per gestirli efficacemente. Puoi creare e inviare direttamente tramite la piattaforma file di disavow (letteralmente "dissociazione") a Google, un processo che comunica a Google di ignorare i backlink tossici nel calcolo del ranking del tuo sito. Inoltre, SemRush può aiutare a contattare i webmaster dei siti sorgente per richiedere la rimozione fisica dei link nocivi.
Monitoraggio e Report
La sezione fornisce anche strumenti di monitoraggio continuo e report dettagliati sull'evoluzione del profilo di backlink del tuo sito, permettendoti di valutare l'efficacia delle tue azioni di pulizia e di mantenere una strategia di backlink sana nel tempo.
In sintesi, la sezione Backlink Tossici di SemRush è uno strumento prezioso per chiunque voglia proteggere e migliorare la salute SEO del proprio sito web, offrendo analisi approfondite e soluzioni pratiche per gestire i backlink dannosi.
FAQ
In quale punto del file .htaccess si copia e si incolla il codice di comando per bloccare l’uso delle immagini?
La posizione all’interno del file .htaccess dipende da ciò che è già scritto. Alcune regole potrebbero andare in crash con questi comandi. In realtà bisognerebbe fare dei tentativi, facendo sempre una copia di backup del file prima di qualsiasi modifica. Puoi comunque rivolgerti al tuo Web Register per avere conferma di quale file modificare.
Che differenza c’è tra backilink e hotlink?
L’Hotlinking è quando un sito inserisce sul proprio editor un tag immagine con la url di un’immagine postata su un altro server, facendo in modo di utilizzare la banda di frequenza di un altro server.
Il backlink o link in ingresso è una pratica diversa e si verifica quando altri siti web linkano un contenuto o un’infografica al proprio sito web generando traffico: è come se invitassero altri a vedere e visitare i contenuti del tuo sito e non appropriandosene. Se generato in modo “naturale”, il backlink è anche fruttuoso per aumentare la credibilità e l’autorevolezza di un sito.
Quando si imposta un comando di blocco degli hotlink, la funzione è anche retroattiva o si applica solo per i nuovi contenuti che si inseriscono?
Il blocco degli hotlink, implementato tipicamente attraverso la configurazione del server web (come Apache o Nginx) o tramite regole in file come .htaccess
su piattaforme che utilizzano Apache, ha l'obiettivo di prevenire che altri siti web utilizzino risorse (come immagini, video, file CSS, JavaScript) direttamente dal tuo server. Questo viene fatto specificando regole che riconoscono quando una richiesta di una risorsa viene fatta da un dominio esterno e bloccandola.
Quando imposti un comando o una regola di blocco degli hotlink, l'effetto è immediato per tutte le risorse a cui la regola è applicata, indipendentemente dal momento in cui sono state inserite sul tuo sito. Quindi, non riguarda solo i nuovi contenuti caricati dopo l'implementazione del blocco, ma è applicabile retroattivamente a tutte le risorse esistenti che corrispondono ai criteri specificati nella regola di blocco.
Per esempio, se hai immagini sul tuo sito che sono state usate da altri siti tramite hotlinking e poi implementi il blocco degli hotlink, le richieste per quelle immagini dagli altri siti verranno bloccate secondo le regole che hai impostato, anche se le immagini erano presenti sul tuo sito prima dell'attivazione del blocco. Questo significa che quelle immagini non verranno più visualizzate sui siti che le stavano utilizzando tramite hotlinking, a meno che non vengano caricate direttamente sui loro server o non venga trovato un altro modo per aggirare il blocco.
È importante notare che quando si configurano le regole per bloccare gli hotlink, si dovrebbe fare attenzione a non bloccare involontariamente richieste legittime, come quelle provenienti dai motori di ricerca o da servizi che si utilizzano per la distribuzione dei contenuti. Le regole possono essere affinate per permettere hotlinking da domini specifici che consideri affidabili o necessari per il funzionamento del tuo sito.
Se vuoi approfondire alcune tematiche relative ai link esterni, ti suggeriamo il nostro articolo sulla Broken Link Building.
Cosa succede se le immagini del proprio blog all’improvviso riportano la scritta “Stop! This image was hotlinked” pur essendo state caricate sul proprio server?
Evidentemente le immagini che si pensa siano state caricate direttamente sul proprio server, in realtà, contengono ancora il link alla URL da dove sono state prese o scaricate, oppure non sono Common creatives e coperte da copyright per cui si è involontariamente violato il copyright di un’immagine sulla quale era impostato il messaggio di blocco dell’hotlinking. Nel dubbio, è opportuno cancellare e trovare nuove immagini.
Se ti interessa abbiamo realizzato una guida per capire come realizzare un sito e commerce già pronto all'uso. Come ulteriore fonte di approfondimento vogliamo indirizzarti verso il nostro nuovo articolo come variare le anchor text in caso di Link building.
Se apprezzi i nostri contenuti, ti suggeriamo di soffermarti nella lettura del nostro articolo dedicato a Google Blogger.
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