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Avendo esaurientemente trattato Postpickr, oggi siamo pronti a condurvi in un viaggio verso un tema totalmente nuovo, confidando che stimoli la vostra curiosità.

L’arte dello storytelling è una pratica ormai molto utilizzata, per la quale sono necessarie pianificazione, ricerca e competenze. Uno storyteller che si rispetti è in grado di portare avanti una storia prendendo delle decisioni che coinvolgono l’audience di riferimento attraverso la diffusione di alcune informazioni indispensabili a sostenere la narrazione. In teoria lo storytelling si può fare su qualunque cosa che richiede di essere sostenuta comunicativamente, come ad esempio un brand, una persona, un’azienda, un prodotto oppure un evento.

Quindi, questa pratica non può essere affidata al caso, ma bisogna seguire cinque consigli per lo storytelling di successo.

Carattere e tono della narrazione

Il carattere e il tono della narrazione sono molto importanti, e devono dimostrare coerenza con le caratteristiche principali dell’oggetto del nostro storytelling. Quindi, bisogna conoscere in maniera approfondita tutte le caratteristiche distintive ma anche i tratti discriminanti utili per creare una narrazione che li rispetti e che sia quindi coerente, credibile ed efficace rispetto al target che abbiamo come riferimento.

Il tono di una narrazione può variare ampiamente in base all'intento dell'autore, al pubblico a cui si rivolge, e al contesto generale dell'opera. Il tono influisce sul modo in cui il lettore percepirà e reagirà alla storia, e può spaziare da leggero e umoristico a serio e sommesso. Ecco una lista non esaustiva di alcuni toni che possono caratterizzare una narrazione:

  1. Allegro: Un tono ottimista e vivace, che solleva l'umore del lettore.
  2. Melancolico: Un tono pensieroso e a volte triste, che riflette sulla natura effimera o sulla tristezza della vita.
  3. Sommesso: Serio, moderato e spesso utilizzato per trattare argomenti di grande peso o profondità.
  4. Umoristico: Un tono leggero che cerca di far sorridere o ridere il lettore, spesso attraverso l'uso di esagerazioni, giochi di parole o situazioni comiche.
  5. Ironico: Un tono in cui ciò che viene detto è l'opposto di ciò che è inteso, spesso usato per sottolineare le incongruenze o le ipocrisie.
  6. Sarcastico: Simile all'ironia, ma spesso con un bordo tagliente o cinico.
  7. Didascalico: Un tono istruttivo o moralistico, spesso utilizzato per insegnare o impartire una lezione al lettore.
  8. Misterioso: Usato per creare suspense o curiosità, spesso presente in thriller o storie di crimine.
  9. Romantico: Concentrato su emozioni, desideri e relazioni interpersonali.
  10. Nostalgico: Riflettendo su tempi passati con un senso di desiderio o affetto.
  11. Drammatico: Carico di emozione, tensione e conflitto, spesso con l'obiettivo di coinvolgere profondamente il lettore.
  12. Casuale: Un tono informale, simile a una conversazione, spesso utilizzato in narrazioni di tipo diaristico o in primissima persona.
  13. Formale: Opposto del tono casuale, è più distante e spesso privo di emozioni forti, utilizzato in testi accademici o in scritti ufficiali.
  14. Desolato: Un tono che evoca sentimenti di solitudine, desolazione o abbandono.
  15. Festoso: Un tono di celebrazione, gioia o trionfo.

Ovviamente, una narrazione può combinare diversi toni o cambiarli nel corso della storia. La scelta del tono dipenderà dalla storia che l'autore desidera raccontare e dalle reazioni che intende suscitare nel lettore.

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Conoscere e rispettare le 5 W dei giornalisti per la creazione di contenuti destinati ai portali online

Le 5 W del giornalismo sono indispensabili per creare una solida base su cui si fonda una storia coinvolgente e lineare. Ovviamente sarà necessario aggiungere ulteriori arricchimenti mediante piccoli dettagli che deviano dalle 5 W, ma si deve sempre mantenere la loro struttura come un punto fermo per costruire una buona narrazione. Le 5 W da seguire sono:

  • Who? Cioè chi sono i protagonisti della storia, chiarendo fin da subito i soggetti della narrazione;
  • What? Cioè cosa succede nella storia, utilizzando una trama decisa che non lasci tutto al caso;
  • When? Cioè quando accadde la storia che stiamo raccontando, creando un contesto temporale che faciliti la comprensione al nostro audience;
  • Where? Cioè dove è svolta la storia, specificando i luoghi in cui essa si sviluppa per rendere più facile al target la comprensione della stessa;
  • Why? Cioè perché viene la narrazione, spiegando esplicitamente per quali motivi accadono gli eventi della storia.

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L’immaginazione dei dettagli

Ovviamente quelli che abbiamo visto fino ad ora sono dei punti fondamentali per creare uno storytelling corretto, ma, se vogliamo che la nostra narrazione sia veramente efficace bisogna curare gli elementi specifici ed i dettagli della trama. Essi sono necessari per catturare l’interesse e l’attenzione del target a cui ci vogliamo riferire, dando alla nostra storia un carattere inimitabile.

La maniera migliore per comunicare questi dettagli è quella di immergere idealmente il pubblico in un’esperienza sensoriale che fa emergere gli elementi distintivi della storia attraverso la percezione dei cinque sensi.

Evitate, però, di gonfiare la narrazione con troppi elementi, ma, limitatevi a ciò che è veramente utile o interessante, eliminando il superfluo dalla trama.

Un altro fattore molto importante è verificare la sicurezza delle fonti, in quanto queste, sono indispensabili per dare credibilità alla narrazione. Quindi, il consiglio è quello di usare delle fonti più possibili qualificate ed oggettive che possano confermare ciò che viene detto nella storia.

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Mostrare piuttosto che dire

Se volete comunicare un concetto in maniera credibile ed efficace, la cosa migliore non è quella di affermarlo esplicitamente ma, invece, è più utile comunicare indirettamente quello che si vuole esprimere mediante la narrazione dell’evento. In questo modo viene rafforzata l’efficacia persuasiva e l’autenticità ed è lo stesso pubblico che comprende il messaggio.

Conoscere l’inizio e la fine

Idealmente chi narra una storia dovrebbe conoscere perfettamente il suo inizio e la sua fine ancor prima di iniziare a raccontarla. In realtà, però, succede spesso che all’inizio della narrazione non si conosca ancora il preciso finale che si vuole dare alla storia e che, in corso d’opera, sia necessario fare delle correzioni per assicurare la coerenza del tema.

Infatti la cosa più importante è conservare una narrazione credibile ed intellegibile per il proprio pubblico di riferimento.

Quindi, non è affatto facile scrivere una storia ma con questi cinque accorgimenti tutto sarà più semplice!

Audible e la sua importanza

Nel mondo della narrazione, siano esse opere di natura audiovisiva o letteraria, e come detto in precedenza risulta fondamentale riuscire a catalizzare l’attenzione del lettore al fine di coinvolgerlo e abbracciarlo quanto più possibile. Uno volta riusciti nell’intento siamo praticamente sicuri di esser riusciti nel nostro intento e i consensi non tarderanno ad arrivare.
Nell’ultimo periodo, o per meglio dire negli ultimi anni, con l’avvento di tutte le tecnologie che hanno ribaltato il nostro vivere quotidiano (ebbene si, è così e non possiamo negarcelo) si son fatte spazio all’interno del mondo tecnologico svariate applicazioni e quindi programmi che ci permettono di ascoltare un’infinità di opere dove e quando vogliamo.
Tra queste, giusto dargliene atto, impossibile non citare Audible, App in formato .apk e quindi compatibile con smartphone e tablet, figlia del colosso Amazon. Ma dove e quando è nata Audible? Quando è arrivata in Italia ma soprattutto come funziona?

Facciamo chiarezza. A differenza di quanto si possa pensare Audible nasce nel lontano 1995 e quindi ad oggi vanta la bellezza di ventiquattro anni. I primi risultati veramente efficienti sul territorio americano si ebbero a partire dal 1998 ovvero quando Audible decise per la prima volta di introdurre un lettore audio digitale di riproduzione anticipando di ben quattro anni l’arrivo degli allore più famigerati Ipod. Ovviamente venti anni fa la qualità dei file audio era alquanto discutibile ma soprattutto la scelta era estremamente ridotta.

Il 2003 è l’anno della svolta arrivata dopo un piccolo periodo buio dovuta alla morte improvvisa dell’amministratore delegato. Viene infatti siglato un accordo di natura esclusiva con Apple per fornire un catalogo di libri tramite iTunes e le cose per la società presero una piega ben differente tanto che due anni dopo arrivarono i primi software supportati anche da smartphone o palmari.

Nel 2008, infine, arriva Amazon: con un’offerta monstre di oltre 300 milioni di dollari Audible diviene società sussidiaria e da li è stata una continua escalation di risultati e successi.
Nel 2016, finalmente e con colpevole ritardo, sbarca anche in Italia: a fare da testimonial all’arrivo di Audible diversa gente dello spettacolo più o meno rinomata nel belpaese e tra questi impossibile non citare Claudio Bisio che addirittura decide di ‘prestare’ la propria voce per la narrazione de ‘La Piuma’.
I costi sono estremamente ridotti: 9,99€ mensili con la possibilità di scaricare e quindi riprodurre migliaia di pubblicazioni: non male se pensiamo che con quella cifra, in genere, non riusciamo ad acquistare nemmeno un libro…

Cosa si intende per Storytelling Management?

Il "Storytelling Management" si riferisce all'uso di tecniche narrative e di storytelling nel contesto aziendale e manageriale per raggiungere vari obiettivi. L'idea di base è che le storie abbiano un potere intrinseco di connessione, empatia e persuasione che può essere sfruttato in molteplici aspetti della gestione aziendale.

Ecco alcuni modi in cui il storytelling viene utilizzato nel management:

  1. Comunicazione Interna: Usare storie per trasmettere la visione, i valori e la missione dell'azienda ai dipendenti. Questo può aiutare a motivare e ispirare i team, facendo loro comprendere il "perché" dietro ciò che fanno.
  2. branding e Marketing: Le storie sono al centro di molte campagne pubblicitarie e di branding di successo. Narrare una storia coinvolgente aiuta a creare un legame emotivo tra i clienti e il marchio.
  3. Change Management: Durante periodi di cambiamento organizzativo o trasformazione aziendale, le storie possono aiutare a spiegare la necessità del cambiamento e a guidare le persone attraverso il processo.
  4. Formazione e Sviluppo: Le storie possono essere utilizzate come strumenti pedagogici, rendendo le sessioni di formazione più coinvolgenti e memorabili.
  5. Gestione delle Stakeholder: Raccontare storie può aiutare a costruire rapporti con vari stakeholder, sia interni che esterni, e a trasmettere informazioni complesse in modo comprensibile.
  6. Vendite e Presentazioni: Gli addetti alle vendite e i manager spesso utilizzano storie per illustrare il valore dei loro prodotti o servizi, rendendo la proposta più tangibile e relazionabile per i potenziali clienti.
  7. Crisi e Gestione della Reputazione: In tempi di crisi, una storia ben raccontata può aiutare a gestire la percezione pubblica, spiegare le azioni dell'azienda e guidare la narrativa.

Il "Storytelling Management" richiede una comprensione profonda degli obiettivi aziendali, della cultura e del pubblico. Non si tratta solo di raccontare storie per il gusto di farlo, ma di utilizzare storie in modo strategico per guidare risultati specifici e per migliorare l'efficacia comunicativa in contesti manageriali e aziendali.

Quali sono i percorsi formativi che devo intraprendere per sperare di fare lo Storyteller?

Non esiste un percorso formativo unico per diventare uno storyteller. Tuttavia, ci sono alcune competenze e conoscenze che sono fondamentali per questa professione.

Innanzitutto, è importante avere ottime capacità di scrittura, sia tradizionale che digitale. Lo storyteller deve essere in grado di creare storie coinvolgenti e accattivanti, che siano in grado di attirare l'attenzione del pubblico.

Inoltre, lo storyteller deve conoscere le tecniche di storytelling, ovvero i principi e le strategie che permettono di creare storie efficaci. Queste tecniche includono, ad esempio, la struttura della storia, i personaggi, il conflitto, lo svolgimento e il finale.

Infine, lo storyteller deve avere una buona conoscenza del mondo in cui vive. Questo gli permetterà di creare storie che siano realistiche e che risuonino con il pubblico.

In base a queste competenze e conoscenze, ecco alcuni percorsi formativi che possono essere utili per diventare uno storyteller:

  • Laurea in Lettere, Filosofia o Comunicazione. Queste lauree offrono una formazione generale che può essere utile per lo storyteller.
  • Corsi di formazione professionale in storytelling. Questi corsi sono dedicati specificamente alla professione di storyteller e insegnano le tecniche e le strategie necessarie per creare storie efficaci.
  • Corsi di scrittura creativa. Questi corsi possono aiutare a migliorare le capacità di scrittura dello storyteller.

Oltre alla formazione, è importante anche avere una buona esperienza pratica. Lo storyteller può acquisire esperienza lavorando in settori come la comunicazione, il marketing, la pubblicità o l'editoria.

Ecco alcuni consigli per intraprendere la carriera di storyteller:

  • Pratica, pratica, pratica! La cosa migliore per migliorare le tue capacità di storytelling è esercitarti il più possibile.
  • Leggi storie di diversi generi e autori. Questo ti aiuterà a sviluppare il tuo stile e a imparare dalle tecniche di altri autori.
  • Segui workshop e corsi di formazione. Questi eventi possono fornirti nuove conoscenze e aiutarti a network con altri professionisti del settore.
  • Partecipa a concorsi e opportunità di lavoro. Questo ti permetterà di mettere alla prova le tue capacità e di farti conoscere da potenziali datori di lavoro.

Diventare uno storyteller è una sfida, ma è anche una professione molto gratificante. Se hai una passione per le storie e vuoi lavorare in un settore creativo, questa potrebbe essere la professione giusta per te.

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Autore: Enrico Mainero

Immagine di Enrico Mainero

Dal 2011 Direttore Responsabile e Amministratore unico di ElaMedia Group SRLS. Mi dedico prevalentemente all'analisi dei siti web e alla loro ottimizzazione SEO, con particolare attenzione allo studio della semantica e al loro posizionamento organico sui motori di ricerca. Sono il principale curatore dei contenuti di questo Blog (assieme alla Redazione di ElaMedia).

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