La protezione della proprietà intellettuale rappresenta un pilastro fondamentale per qualsiasi attività imprenditoriale che desideri distinguersi nel mercato contemporaneo. Il marchio, in particolare, costituisce l'elemento identificativo per eccellenza di un'azienda, racchiudendo in sé valori, reputazione e riconoscibilità che si traducono in un patrimonio aziendale di valore inestimabile. Verificare se un marchio è già registrato non rappresenta quindi una mera formalità burocratica, ma un passaggio strategico cruciale che può determinare il successo o il fallimento di un'iniziativa commerciale.

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Nel contesto economico attuale, caratterizzato da una competizione sempre più serrata e da un'espansione dei mercati su scala globale, la tutela del proprio marchio assume una rilevanza ancora maggiore. Le statistiche mostrano un trend in costante crescita: secondo i dati dell'Ufficio dell'Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO), nel 2023 sono state presentate oltre 177.000 domande di registrazione di marchi a livello europeo, con un incremento del 5,8% rispetto all'anno precedente. Questo fenomeno riflette la crescente consapevolezza da parte delle imprese dell'importanza di proteggere i propri segni distintivi.

La verifica della disponibilità di un marchio si colloca all'intersezione tra diritto, marketing e strategia aziendale, richiedendo competenze trasversali e una visione d'insieme che tenga conto di molteplici fattori. Non limitarsi a questo controllo preliminare può esporre l'impresa a rischi significativi, tra cui azioni legali per violazione di diritti altrui, costi di rebrand e danni reputazionali difficilmente quantificabili. D'altra parte, una corretta indagine preventiva offre non solo tutela legale, ma anche un vantaggio competitivo considerevole, consentendo di costruire un'identità aziendale solida e protetta.

Nel panorama italiano, dove il tessuto economico è caratterizzato da una forte presenza di piccole e medie imprese spesso detentrici di know-how e tradizioni produttive di eccellenza, la protezione del marchio assume un valore particolare. I dati dell'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) evidenziano come nel 2023 siano state depositate circa 58.000 domande di registrazione di marchi nazionali, con una concentrazione particolare nei settori dell'agroalimentare, della moda e del design, tradizionali punte di diamante del Made in Italy.

Le tendenze future indicano un'ulteriore evoluzione della materia, con l'emergere di nuove tipologie di marchi non convenzionali (come quelli olfattivi, sonori o di movimento) e l'impatto crescente delle tecnologie digitali, che pongono sfide inedite in termini di protezione. La blockchain, ad esempio, sta iniziando a rivoluzionare i sistemi di tracciabilità e autenticità dei marchi, mentre l'intelligenza artificiale offre strumenti sempre più sofisticati per la ricerca di anteriorità.

L'importanza della verifica preventiva del marchio

La verifica preventiva di un marchio rappresenta una fase preliminare imprescindibile nel processo di creazione e sviluppo dell'identità aziendale. Questo passaggio, apparentemente formale, racchiude in realtà implicazioni strategiche di vasta portata che si riverberano su molteplici aspetti della vita d'impresa.

Investire tempo e risorse in questa fase iniziale significa prevenire potenziali conflitti legali che potrebbero emergere successivamente con conseguenze ben più onerose. Secondo uno studio condotto da INDICAM (Istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione), i costi medi di una controversia in materia di proprietà intellettuale in Italia si aggirano intorno ai 50.000-80.000 euro, senza considerare i danni indiretti legati all'immagine aziendale e alla perdita di opportunità commerciali.

La verifica preventiva permette inoltre di:

  • Evitare costi di rebrand: riprogettare l'identità visiva di un'azienda dopo una contestazione legale comporta esborsi significativi, stimati mediamente tra i 10.000 e i 100.000 euro a seconda delle dimensioni dell'impresa
  • Garantire un'espansione geografica sicura: verificare la disponibilità del marchio nei mercati esteri di interesse permette di pianificare strategie di internazionalizzazione senza brusche interruzioni
  • Costruire un asset aziendale di valore: un marchio registrato e legalmente sicuro può essere valorizzato nel bilancio aziendale, utilizzato come garanzia per finanziamenti e rappresentare un elemento chiave in caso di cessione o fusione
  • Ottenere maggiore forza contrattuale: nelle relazioni con partner commerciali, distributori e fornitori, un marchio adeguatamente protetto conferisce maggiore credibilità e potere negoziale

Come afferma Massimo Gori, presidente dell'Ordine dei Consulenti in Proprietà Industriale: "La verifica preventiva del marchio non è un costo ma un investimento, probabilmente uno dei più redditizi che un'impresa possa fare in fase di avvio o di rilancio. È sorprendente vedere quante aziende ancora sottovalutino questo aspetto, per poi trovarsi a fronteggiare contenziosi estenuanti e costosi."

Il crescente fenomeno del Brand hijacking, ovvero l'appropriazione indebita di marchi altrui, rende ancora più attuale la necessità di procedure di verifica rigorose. Secondo i dati della Commissione Europea, nel 2023 i prodotti contraffatti hanno rappresentato circa il 6,8% delle importazioni nell'UE, con perdite stimate per le aziende legittime di oltre 15 miliardi di euro.

Strumenti e metodologie per la verifica dei marchi

La verifica dell'anteriorità di un marchio richiede un approccio sistematico e l'utilizzo di strumenti specifici, calibrati in base alle esigenze dell'impresa e al contesto di riferimento. Esistono diverse modalità di ricerca, ciascuna con caratteristiche, costi e livelli di approfondimento differenti.

Banche dati online gratuite

I database pubblici rappresentano il primo livello di indagine, accessibile anche a non specialisti. Questi strumenti consentono una prima panoramica sulla disponibilità del segno, sebbene con limitazioni significative in termini di completezza e interpretazione dei risultati.

Tra le principali banche dati gratuite si annoverano:

  • TMview: gestita dall'EUIPO, consente di verificare l'esistenza di marchi identici o simili registrati a livello europeo e in molti paesi extraeuropei, con una copertura di oltre 72 milioni di marchi
  • WIPO Global Brand Database: amministrata dall'Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale, include marchi internazionali e nazionali di numerosi paesi
  • Banca dati UIBM: specifica per i marchi italiani, permette ricerche per denominazione, titolare e classificazione

Un sondaggio condotto da IPR Helpdesk nel 2022 ha rivelato che il 67% delle PMI europee utilizza esclusivamente banche dati gratuite per le proprie verifiche, ma solo il 29% si dichiara pienamente soddisfatto dell'affidabilità dei risultati ottenuti.

La principale criticità di questi strumenti risiede nell'interpretazione dei risultati e nella valutazione del rischio di confusione, aspetti che richiedono competenze specialistiche. Come evidenziato da un caso studio dell'Università Bocconi, il 42% delle aziende che hanno affrontato contenziosi per violazione di marchi aveva precedentemente effettuato ricerche autonome con esito apparentemente favorevole.

Ricerche professionali di anteriorità

Il ricorso a professionisti specializzati rappresenta il livello più avanzato e sicuro di verifica. I consulenti in proprietà industriale o gli studi legali specializzati offrono servizi di ricerca approfonditi che vanno oltre la mera identificazione di marchi identici, includendo:

  • Analisi della somiglianza concettuale, fonetica e visiva
  • Valutazione dell'affinità merceologica tra i prodotti/servizi
  • Indagine su marchi non registrati ma protetti in base al diritto d'autore o alla notorietà
  • Ricerca estesa a nomi a dominio, ragioni sociali e altri segni distintivi

Secondo dati dell'Associazione Italiana Consulenti Marchi, il costo medio di una ricerca professionale in Italia varia dai 300 ai 1.500 euro, in funzione dell'estensione geografica e della complessità dell'analisi. Tuttavia, il rapporto costo-beneficio risulta estremamente favorevole, considerando che la spesa media per una controversia legale in materia di marchi è circa 40 volte superiore.

Un caso emblematico è rappresentato dall'esperienza di un'azienda vinicola toscana che, dopo aver commissionato una ricerca professionale per un nuovo marchio, ha scoperto l'esistenza di un segno simile nel settore degli alcolici in Spagna. Questo ha permesso di modificare preventivamente il progetto, evitando problemi nell'esportazione verso un mercato strategico.

La Prof.ssa Elena Carpani dell'Università di Milano sottolinea: "Le ricerche professionali non si limitano a fotografare lo stato attuale dei registri, ma forniscono una vera e propria analisi del rischio, tenendo conto di fattori dinamici come l'evoluzione giurisprudenziale e la percezione del consumatore."

Tecnologie emergenti per la verifica

Il panorama degli strumenti di verifica sta vivendo una rapida evoluzione grazie all'introduzione di tecnologie avanzate. L'intelligenza artificiale e il machine learning stanno rivoluzionando le modalità di ricerca, offrendo nuove possibilità in termini di efficienza e precisione.

Alcuni sviluppi significativi includono:

  • Sistemi di riconoscimento visivo: capaci di identificare somiglianze grafiche tra marchi anche quando le parole sono diverse
  • Algoritmi semantici: in grado di rilevare associazioni concettuali tra termini apparentemente non correlati
  • Analisi predittiva: strumenti che stimano la probabilità di successo di un'opposizione in base ai precedenti giurisprudenziali

Secondo un rapporto dell'European Patent Office, l'adozione di tecnologie IA nei processi di verifica dei marchi ha mostrato un incremento del 35% nel biennio 2022-2023, con una riduzione media dei tempi di ricerca del 42% e un aumento dell'accuratezza del 28%.

Nonostante questi progressi, gli esperti concordano sul fatto che la tecnologia rappresenti un complemento e non un sostituto della competenza umana. Come afferma Marco Bianchi, CEO di una startup specializzata in soluzioni IA per la proprietà intellettuale: "L'intelligenza artificiale può processare milioni di dati in pochi secondi, ma l'interpretazione finale richiede ancora l'esperienza e la sensibilità di un professionista, soprattutto nella valutazione di fattori contestuali come il target di riferimento o la reputazione di un marchio."

Implicazioni legali della registrazione del marchio

La registrazione di un marchio comporta l'acquisizione di un diritto esclusivo tutelato dall'ordinamento giuridico, con importanti ripercussioni sia per il titolare sia per i terzi. Il quadro normativo di riferimento in Italia è definito dal Codice della Proprietà Industriale (D.Lgs. 30/2005), armonizzato con le direttive europee e i trattati internazionali in materia.

Diritti conferiti dalla registrazione

Il titolare di un marchio registrato acquisisce un monopolio legale sull'utilizzo del segno in relazione ai prodotti e servizi per cui è stato registrato. Questo diritto esclusivo si concretizza nella facoltà di vietare a terzi l'uso non autorizzato di segni identici o simili che possano generare confusione nel pubblico.

La protezione conferita comprende:

  • Il diritto di apporre il marchio sui prodotti, sugli imballaggi e sulla documentazione commerciale
  • La possibilità di utilizzare il marchio nella pubblicità e nelle comunicazioni d'impresa
  • La facoltà di impedire l'importazione di prodotti recanti segni contraffattori
  • Il diritto di ottenere il sequestro dei prodotti contraffatti e il risarcimento dei danni

Un aspetto particolarmente rilevante è la durata della protezione, che si estende per 10 anni dalla data di deposito della domanda ed è rinnovabile indefinitamente, a condizione che il marchio venga effettivamente utilizzato. Secondo le statistiche dell'EUIPO, circa il 62% dei marchi viene rinnovato alla prima scadenza, evidenziando il valore duraturo che le imprese attribuiscono a questi asset.

Come sottolineato dall'Avv. Giovanni Pellegrino, esperto di proprietà intellettuale: "La registrazione trasforma un semplice segno grafico o verbale in un diritto opponibile erga omnes, dotato di un valore economico potenzialmente illimitato nel tempo. Basti pensare che marchi centenari come Coca-Cola o Bayer mantengono intatto, se non accresciuto, il loro valore."

Conseguenze della mancata verifica

L'omissione della verifica preventiva può portare a scenari problematici di varia natura e gravità. Il caso più frequente è rappresentato dall'opposizione alla registrazione, procedura amministrativa attraverso cui il titolare di un marchio anteriore contesta la domanda di registrazione di un segno che ritiene interferire con i propri diritti.

I dati dell'UIBM mostrano che nel 2023 sono state presentate circa 2.800 opposizioni in Italia, con un tasso di successo (totale o parziale) del 58%. Il costo di una procedura di opposizione varia indicativamente tra i 1.500 e i 5.000 euro, ma può aumentare significativamente in caso di ricorso alle vie giudiziali.

Ancora più onerosa è la situazione in cui un'impresa si trova a dover fronteggiare un'azione di contraffazione dopo aver già investito nel lancio di prodotti o servizi con un marchio contestato. In questo caso, le conseguenze possono includere:

  • Ingiunzioni di cessazione dell'uso: con effetto immediato sull'operatività aziendale
  • Risarcimento dei danni: calcolato in base al pregiudizio economico subito dal titolare legittimo e ai profitti illecitamente ottenuti
  • Richiamo dei prodotti dal mercato: con costi logistici e perdite di inventario
  • Sanzioni penali: nei casi più gravi di contraffazione dolosa

Un caso emblematico che illustra i rischi della mancata verifica è quello di una startup italiana del settore food-tech che nel 2022 ha dovuto modificare il proprio marchio dopo aver ricevuto una diffida da una multinazionale americana, con costi stimati di rebrand pari a circa 180.000 euro, comprensivi di nuovi packaging, materiali promozionali e campagne di comunicazione.

Strategie di gestione del rischio

Per mitigare i rischi legati alla proprietà intellettuale, le imprese più strutturate adottano approcci integrati che contemplano diverse misure preventive e reattive:

  • Due diligence preliminare: verifica approfondita prima di qualsiasi investimento significativo sul marchio
  • Monitoraggio continuativo: sorveglianza sistematica di nuove domande di registrazione potenzialmente conflittuali
  • Registrazione strategica: copertura di varianti del marchio principale e classi merceologiche adiacenti
  • Stipula di polizze assicurative: coperture specifiche per i rischi di proprietà intellettuale, sempre più diffuse nel mercato assicurativo

Secondo una ricerca condotta da Confindustria nel 2023, le aziende italiane che hanno implementato programmi strutturati di gestione della proprietà intellettuale hanno registrato un tasso di contenziosi inferiore del 74% rispetto alla media del settore di appartenenza.

Come evidenziato dalla Dott.ssa Francesca Romani dell'Università LUISS: "La vera sfida per le imprese non è tanto evitare qualsiasi rischio, quanto gestirlo consapevolmente, allocando le risorse in modo proporzionato al valore strategico del marchio e alla sua centralità nel modello di business."

Aspetti strategici della verifica del marchio

La verifica dell'anteriorità di un marchio non rappresenta solamente un adempimento tecnico-legale, ma si inserisce in un contesto più ampio di pianificazione strategica aziendale. Un approccio evoluto alla materia integra considerazioni di marketing, posizionamento competitivo e valorizzazione degli asset intangibili.

Integrazione con la strategia di branding

La scelta e la protezione di un marchio costituiscono elementi chiave nella costruzione dell'identità aziendale. Un marchio forte e giuridicamente protetto rappresenta il fondamento su cui edificare una strategia di branding efficace, in grado di differenziare l'offerta e creare valore percepito presso i consumatori.

Le verifiche preventive dovrebbero quindi considerare non solo gli aspetti legali, ma anche:

  • La distintività del segno rispetto ai concorrenti
  • La memorabilità e la pronunciabilità in diversi contesti linguistici
  • La coerenza con i valori e il posizionamento dell'azienda
  • La scalabilità in funzione dell'evoluzione del business

Uno studio condotto da Interbrand nel 2023 ha evidenziato che le aziende che integrano le considerazioni di proprietà intellettuale nelle prime fasi dello sviluppo del brand registrano un tasso di crescita del valore del marchio superiore del 27% rispetto a quelle che affrontano la questione solo successivamente.

Come sottolinea Roberto Mannozzi, docente di Brand Management presso l'Università di Bologna: "La protezione legale e l'efficacia comunicativa di un marchio non sono obiettivi in competizione, ma aspetti complementari della stessa strategia. Le verifiche di anteriorità dovrebbero incorporare fin dall'inizio anche valutazioni di marketing, per evitare di sviluppare identità visive legalmente sicure ma inefficaci sul mercato."

Dimensione internazionale della verifica

In un'economia globalizzata, la protezione del marchio richiede necessariamente una visione internazionale, calibrata sulle specifiche strategie di espansione dell'impresa. La pianificazione delle verifiche dovrebbe riflettere l'effettiva presenza sui mercati esteri e le prospettive di sviluppo a medio-lungo termine.

Alcuni elementi chiave da considerare includono:

  • Principio di territorialità: un marchio è protetto solo nei paesi in cui è stato registrato o ha acquisito notorietà
  • Priorità unionista: la possibilità di estendere la registrazione in altri paesi entro 6 mesi, conservando la data del primo deposito
  • Differenze culturali e linguistiche: un marchio può essere percepito diversamente o assumere significati indesiderati in altri contesti culturali

Secondo un'indagine dell'International Trademark Association, il 42% delle PMI europee che operano sui mercati internazionali ha affrontato problematiche relative ai marchi all'estero, ma solo il 28% aveva effettuato verifiche preventive complete in tutti i paesi di interesse.

Un caso emblematico è rappresentato dall'esperienza di un noto produttore italiano di abbigliamento che, non avendo verificato adeguatamente la disponibilità del proprio marchio in Cina, si è trovato impossibilitato a utilizzarlo nel mercato asiatico a causa di un fenomeno di "trademark squatting" (registrazione preventiva da parte di terzi). Il recupero dei diritti ha comportato una trattativa di acquisto del marchio per circa 1,2 milioni di euro.

Valorizzazione economica del marchio

Un marchio adeguatamente verificato e protetto rappresenta un asset patrimoniale quantificabile, che può essere oggetto di diverse operazioni economiche. La verifica dell'anteriorità si configura quindi come il primo passo verso la costruzione di un valore intangibile che può essere capitalizzato in vari modi:

  • Iscrizione a bilancio: possibilità di contabilizzare il marchio tra le immobilizzazioni immateriali
  • Operazioni di licensing: concessione di licenze d'uso a terzi in cambio di royalties
  • Garanzia per finanziamenti: utilizzo del marchio come collaterale per l'accesso al credito
  • Operazioni straordinarie: valorizzazione in caso di fusioni, acquisizioni o cessioni d'azienda

I dati di Brand Finance indicano che il valore dei marchi rappresenta mediamente il 20-30% della capitalizzazione di mercato delle aziende quotate, con punte fino al 50-60% in settori come il lusso o i beni di consumo.

"Un marchio sicuro dal punto di vista legale ha un valore tangibilmente superiore", afferma Paolo Neri, partner di una primaria società di consulenza finanziaria. "Nelle operazioni di M&A che seguiamo, la due diligence sulla proprietà intellettuale può influenzare il prezzo finale fino al 15-20%, e la presenza di contenziosi sui marchi rappresenta spesso un deal-breaker assoluto."

Bibliografia

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  • Ghidini G., Cavani G., "Lezioni di diritto industriale", Giuffrè Editore, Milano, 2022
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  • Sandri S., "Marchi, disegni e brevetti: l'Italia nell'Unione Europea", EGEA, Milano, 2023
  • Ricolfi M., "Trattato dei marchi: diritto europeo e nazionale", Giappichelli Editore, Torino, 2021

FAQ

Come posso verificare se un marchio è già registrato?

La verifica dell'esistenza di marchi identici o simili può essere effettuata attraverso diversi canali, con livelli crescenti di approfondimento e affidabilità. Il punto di partenza è rappresentato dalle banche dati pubbliche accessibili gratuitamente online, come TMview dell'EUIPO per i marchi europei, la banca dati dell'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) per quelli nazionali, o il Global Brand Database della WIPO per una copertura internazionale più ampia.

Queste ricerche preliminari consentono di identificare i marchi identici, ma presentano limitazioni significative per quanto riguarda la valutazione della somiglianza e del rischio di confusione. Per una verifica più approfondita e sicura, è consigliabile rivolgersi a un consulente in proprietà industriale o a uno studio legale specializzato, che dispongono di strumenti professionali e dell'esperienza necessaria per interpretare correttamente i risultati. Il costo di una ricerca professionale varia indicativamente dai 300 ai 1.500 euro, a seconda dell'estensione geografica e della complessità dell'analisi, ma rappresenta un investimento estremamente conveniente rispetto ai potenziali costi di un contenzioso.

Le verifiche dovrebbero estendersi anche oltre i registri ufficiali, considerando marchi non registrati ma protetti in base all'uso, nomi a dominio, ragioni sociali e altri segni distintivi che potrebbero generare conflitti.

Quali sono i rischi di utilizzare un marchio senza verificarne la disponibilità?

Lanciare sul mercato un marchio senza verificarne preventivamente la disponibilità espone l'impresa a una serie di rischi potenzialmente molto onerosi. Il pericolo più immediato è rappresentato dalle azioni legali che possono essere intraprese dal titolare di un marchio anteriore, quali:

  • Opposizione alla registrazione, che può impedire l'ottenimento della protezione legale
  • Azioni di contraffazione, con richieste di cessazione immediata dell'uso, ritiro dei prodotti dal mercato e risarcimento dei danni
  • Procedimenti doganali di blocco delle merci in caso di commercio internazionale
  • Azioni penali nei casi più gravi di contraffazione dolosa

Le conseguenze economiche possono essere devastanti, includendo:

  • Costi legali per la difesa, mediamente tra 20.000 e 100.000 euro per un contenzioso completo
  • Risarcimento dei danni, calcolato in base al pregiudizio economico causato al titolare legittimo e ai profitti illecitamente ottenuti
  • Costi di rebrand, con necessità di modificare packaging, materiali promozionali, insegne, siti web e altri supporti
  • Danni reputazionali difficilmente quantificabili
  • Perdita di investimenti in marketing e pubblicità già effettuati

Un caso emblematico è quello di un'azienda italiana del settore alimentare che, dopo aver investito circa 350.000 euro nel lancio di una nuova linea di prodotti, ha dovuto modificare completamente il marchio a seguito di un'azione legale, con costi complessivi (tra spese legali, ritiro prodotti e rebrand) stimati in oltre 1 milione di euro.

Quanto costa registrare un marchio e quali sono i tempi?

I costi e i tempi di registrazione di un marchio variano in funzione dell'estensione geografica della protezione e delle modalità di deposito scelte. Per una registrazione nazionale in Italia, i costi ufficiali di base ammontano a circa 200 euro per una classe merceologica, con supplementi di circa 40 euro per ogni classe aggiuntiva. A questi vanno aggiunti gli eventuali onorari del consulente in proprietà industriale, che mediamente oscillano tra i 500 e i 1.000 euro per la gestione dell'intera procedura.

Per una protezione più ampia, le opzioni principali sono:

  • Marchio dell'Unione Europea: copre tutti i 27 Stati membri con un unico deposito, con tasse ufficiali di 850 euro per una classe (modalità online)
  • Marchio internazionale: consente di estendere la protezione in vari paesi aderenti al sistema di Madrid, con costi variabili in base ai paesi designati

Riguardo ai tempi, per un marchio italiano il percorso standard prevede:

  • Esame formale: circa 1-2 mesi dalla domanda
  • Pubblicazione: al termine dell'esame formale
  • Periodo di opposizione: 3 mesi dalla pubblicazione
  • Concessione: in assenza di opposizioni, circa 6-8 mesi dal deposito

Per il marchio UE, la tempistica è simile, mentre per i marchi internazionali dipende dalle procedure specifiche dei singoli paesi designati. È importante considerare che durante questo periodo il marchio gode già di una protezione provvisoria, e la data di deposito viene conservata ai fini della priorità.

Va evidenziato che questi sono i costi minimi essenziali, mentre un approccio strategico completo dovrebbe includere anche le spese per ricerche preventive, monitoraggio, eventuali opposizioni e rinnovi periodici, configurandosi come un investimento continuativo piuttosto che una tantum.

È possibile utilizzare un marchio simile a uno già esistente?

La possibilità di utilizzare un marchio simile a uno già esistente dipende da diversi fattori che devono essere valutati caso per caso. Il principio fondamentale è che non è consentito l'uso di segni che possano generare un rischio di confusione nel pubblico rispetto a marchi anteriori.

La valutazione della somiglianza si basa su tre criteri principali:

  • Somiglianza visiva: aspetto grafico dei segni
  • Somiglianza fonetica: suono dei marchi quando pronunciati
  • Somiglianza concettuale: significato evocato

Questi elementi vanno considerati in relazione all'affinità tra i prodotti o servizi contrassegnati. La giurisprudenza ha elaborato il principio dell'"interdipendenza", secondo cui una maggiore somiglianza tra i segni può compensare una minore affinità tra i prodotti, e viceversa.

Esistono tuttavia situazioni in cui l'utilizzo di marchi simili può essere legittimo:

  • Quando i prodotti o servizi appartengono a settori completamente diversi e non correlati, senza rischio di confusione (principio di specialità)
  • In caso di coesistenza consensuale, attraverso accordi specifici tra le parti
  • Per alcune tipologie di utilizzo, come l'uso in buona fede del proprio nome o per finalità descrittive
  • In contesti di parodia o critica, entro i limiti della libertà di espressione

Un caso interessante è rappresentato dalla sentenza della Corte di Giustizia UE nella causa C-398/08 (Audi AG vs UAMI), che ha stabilito criteri dettagliati per valutare il rischio di confusione, sottolineando l'importanza del contesto d'uso e della percezione del consumatore medio.

In ogni caso, l'utilizzo di un marchio simile a uno esistente comporta sempre un elemento di rischio che dovrebbe essere attentamente valutato da un professionista specializzato, considerando le specificità del caso concreto e la giurisprudenza pertinente.

Quali sono le differenze tra marchio registrato e marchio di fatto?

Nel sistema italiano ed europeo esistono due forme di protezione per i marchi: la tutela del marchio registrato e quella del cosiddetto marchio di fatto o non registrato. Le differenze tra questi due regimi sono sostanziali e impattano significativamente sul livello di protezione ottenibile.

Il marchio registrato:

  • Conferisce un diritto esclusivo su tutto il territorio nazionale o europeo
  • Opera in base al principio "first to file", premiando chi per primo deposita la domanda
  • Offre una presunzione legale di titolarità, semplificando l'onere della prova in caso di contenzioso
  • Garantisce protezione per 10 anni, rinnovabili indefinitamente
  • Può essere opposto a terzi indipendentemente dall'effettivo utilizzo (per i primi 5 anni)
  • Rappresenta un titolo certo, consultabile nei registri pubblici
  • Costituisce un prerequisito per accedere a procedure doganali anticontraffazione

Il marchio di fatto:

  • È protetto solo nell'ambito territoriale in cui ha acquisito notorietà
  • Richiede la prova dell'uso effettivo, della priorità temporale e della notorietà

Autore: Enrico Mainero

Immagine di Enrico Mainero

Dal 2011 Direttore Responsabile e Amministratore unico di ElaMedia Group SRLS. Mi dedico prevalentemente all'analisi dei siti web e alla loro ottimizzazione SEO, con particolare attenzione allo studio della semantica e al loro posizionamento organico sui motori di ricerca. Sono il principale curatore dei contenuti di questo Blog (assieme alla Redazione di ElaMedia).

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